Frammenti di (Pier)Pioggia

Pensieri e parole alla ricerca di un'identità

venerdì, ottobre 05, 2007

Bruci la città

Adesso che la sera scende prima dal soppalco del cielo sulla platea lombarda, centinaia di luci illuminano le strade col pretesto di darle conforto. Sono lampioni a versare fasci di fredda luce a forma di imbuto per le strade, sono insegne sudate che tentano la tua attenzione per farti entrare nel loro microcosmo. E sono tante luci rosse di ordinate automobili agli ordini di un’altra luce rossa, quella severa dei semafori disseminati sul percorso di ogni giorno.
Sono queste che mi colpiscono maggiormente.
Sembrano tante spie accese, tanti piccoli segnali di qualcosa che non va. La stessa sensazione che racconta Fabio Concato in una sua canzone di qualche anno fa.
L’autoradio in coda invece passa James Blunt e la sua “1973”. I freschi scambi di lingua inglese mi consentono temporaneamente di agganciare un nome noto e scaglie di pensieri disseminati tra i meandri del testo. In questo fluire di parole rimbalza una frase ricorrente, quel “here we go again” che mi riconduce malizioso a promesse non mantenute e silenzi prolungati.
In un ormai vetusto autunno gentile avevo sentito parole molto simili, dette in italiano, here we go again.
La storia si ripete in modo strano. La storia siamo noi. Noi siamo strani.
Sono già passati tre autunni da quella frase, ma here we go again è rimasta un’idea, un palloncino sospeso in cielo, sempre più lontano e infine scomparso all’orizzonte, fagocitato dal tempo come un fiume di ricordi in secca.
Secco come le foglie d’autunno in un parco.
Dove i colori stridono caldi per una stagione che annuncia il freddo, come se lo volessero allontanare.
Non so perché ma le foglie che cadono mi ricordano le prime partite di calcio all’oratorio. Mi ricordo mentre giocavo mia madre che raccoglieva le foglie cadute dagli alberi di quella strada; servivano per coprire il giardino, in modo che avesse un po’ di riparo dal gelo.
Penso che anche i ricordi svaniscono e tutto viene cancellato. Qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure, ma sono solo i segni di una gomma imperfetta.
Si è posata stanca sul vetro dell’auto una foglia secca, la prima di questo autunno.
Penso che non dovrebbe essere lì quella foglia. Ogni cosa deve essere al suo posto, e questa foglia è nel posto sbagliato. Mi torna in mente quando da bambino provavo questa sensazione, sentirmi nel posto sbagliato, e questo faceva implodere tutta la mia intraprendente timidezza.
Un colpo di tergicristallo e la foglia è spazzata via; ma so di non lasciarla sola, perché presto altre foglie cadranno a farle compagnia e formare una fronda svigorita.
Oggi anch’io ho cancellato qualcuno, come la foglia caduta dall’albero.
Adesso forse capirò anch’io cosa vuol dire dimenticare.

18 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Mi ha lasciato interdetta questo post, forse perche' tocca sensazioni vissute, forse perche' sento una malinconia di fondo che si veste di una determinazione nuova, quasi liberatoria...Mi riprometto di leggerlo con piu' attenzione, per ora mi resta in mente l'immagine degli occhi rossi di quei semafori disseminati sulla strada e un poco mi inquieta.
Elisa-fine-della-prima-puntata.

05 ottobre, 2007 10:30  
Anonymous Anonimo said...

"L'autunno ti fa sonnolento,
la luce del giorno è un momento
che irrompe e veloce è svanita:
metafora lucida di quello che è la nostra vita"
Non pensare a ciò che hai capito Pier,non pensare a dove potevi arrivare ma a dove sei arrivato oggi,a ciò che regali ed insegni a chi ti vuole bene, vicino o lontano che sia...
"E vesti la notte incombente
lasciando vagare la mente
al niente temuto e aspettato
sapendo che questo è il tuo autunno...
che adesso è arrivato.."
Bellissima immagine stanca di una foglia secca che cade sul tuo parabrezza e poi...ancora più giù!! leggo la metafora del tuo cuore per tempo attanagliato dal dolore...ed oggi forse libero di vivere il proprio autunno....
Spero che il tuo autunno regali ancora luce in grado di indicarti il cammino per aver voglia di ricordare un giorno...e non solo dimenticare..
Le immagini descritte si aprono nella mente come poetiche foto in grado di regalare bellissime emozioni.......
Non ho letto,ma ho camminato in questo post..
Baby

05 ottobre, 2007 20:28  
Blogger lucia said...

"Calcellare" non è un verbo che amo particolarmente. Preferisco "trasformare", mi si addice di più. Io restauro mobili, recupero vecchie decorazioni e non butto mai via nulla, nemmeno i vecchi biglietti del treno.
Caro Pier, sento molta malinconia in queste foglie autunnali. Qualcosa rimane sempre fra le pagine chiare e le pagine scure, ma cancellare nomi dalla tua facciata non credo servirà a farti stare meglio.
Qui ti serve un abbraccio.
Eccolo!

06 ottobre, 2007 03:09  
Blogger Pier said...

Elisa: Molte situazioni si ripetono nelle vite di persone diverse, e tutto questo dà senso alla storia perchè permette di riconoscerci meglio e sentirci meno soli. Nel post hai letto una reazione compulsiva e reattiva, e devo farti i complimenti per aver percepito quel senso di inquietudine che pervade il racconto come un grande fratello.
Aspetto Elisa parte seconda, allora! :-)

Barbara: Bella la citazione dell'autunno di Guccini! Spero però di non essere già arrivato al mio autunno! :-)
Non credo di avere molto da insegnare a chi mi vuole bene, purtroppo...
Le parole che hai scritto sono una luminosa ventata di primavera, e i pensieri che hai lasciato sono foglie dai profili verdi e fresche di rugiada!

Lucia: Carissima Lucia,
anche a me il verbo cancellare non piace, anzi a dirla tutto lo odio proprio. Sorrido nel leggere che non butti via nulla, perchè la mia casa è piena di cose che arrivano dal passato, dagli oggetti delle bisnonne ai miei biglietti di autobus, partite e concerti.
La tua sensibilità ti ha fatto leggere bene tra le righe di questo contorto post.
Hai ragione, non mi fa stare meglio cancellare qualcuno ma è il male minore quando le alternative sono il silenzio e l'indifferenza.
Grazie per l'abbraccio...

06 ottobre, 2007 21:02  
Anonymous Anonimo said...

Caro Pier,con "il tuo autunno" intendevo dire da questo autunno in poi...
Spero che questo autunno segni l'inizio della tua primavera.Ok così??
A chi ti vuole bene dai appoggio affetto e comprensione.
E questo è ciò che mi insegni..
Grazie

07 ottobre, 2007 00:45  
Blogger danDapit said...

Ciao Pier... finalmente un post in cui ci parli di te... forse molto più di ciò che appare fra colori gialli e rossi dell'autunno... ;-)
Mentre le parole scorrono mi vedo in auto con te incollonata nel traffico ad ascoltare la radio, una canzone che promette un ritorno, una foglia che cade solitaria e inopportuna nella sua caduta...
Sì, una caduta che non cancella, ma anzi si rende presente!
^_^
Lascerò i giochi di parole, i rebus e gli anagrammi per fissare, tra le pagine scure di questo blog blu (come il mio!), un ricordo che nel leggerlo mi ha dato calore e mi ha fatto sorridere, un'immagine tenera: "Mi ricordo mentre giocavo mia madre che raccoglieva le foglie cadute dagli alberi di quella strada; servivano per coprire il giardino, in modo che avesse un po’ di riparo dal gelo.
E' molto bella.
Invece qui mi oppongo vostro Onore:
"Penso che anche i ricordi svaniscono e tutto viene cancellato. Qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure, ma sono solo i segni di una gomma imperfetta."
I ricordi non svaniscono, e i passaggi della vita, i volti, le emozioni, non vengono cancellati. Soprattutto siamo noi a doverli salvare dall'oblio di una gomma non imperfetta, ma invadente...
Una gomma saggia se imperfetta, perchè sa che niente va cancellato!
Non è vero cara "Elisa"?
Sorrido tra i ricordi di un De Gregori che ci accomuna qui tra le pagine del tuo blog, caro Pier!
;-*

08 ottobre, 2007 01:28  
Blogger Pier said...

Barbara: Ok, così va meglio e mi sento già più giovane! :-)
Ok, vuoi farmi arrossire... Sono sempre contento quando posso dare una mano a qualcuno a cui voglio bene!

Danda: Sì, ho parlato un pò di me in diverse salse agganciando un pò di tutto ed anche... cose a sproposito! :-(
Il ricordo di mia madre che raccoglie le foglie è emblematico e affonda le sue radici nel tempo, e ti dà un'idea di come in maniera involontaria e subliminale mi faceva capire che non si dovrebbe buttare via nulla, perchè tutto può servire e si trasforma, come dice Lucia...
Vostro onore? Mi stai dicendo che ho giudicato, ed è un'impressione che non dovrei dare e meno che mai avere... Niente si cancella del tutto, hai ragione, e non è possibile riscrivere pagine già calcate dalla grafite o dall'inchiostro dei ricordi, però... c'è chi non le legge più e a volte quello è un oblio un pò peggiore.
Chi ci tiene invece ritorna. Sempre.
Grazie delle tue parole!

08 ottobre, 2007 12:13  
Blogger danDapit said...

no no!
"Vostro onore" era legato all'espressione precedente: "Mi oppongo", e l'ha seguita per assonanza e per gioco!
...
Sai? avevo già scritto questo commento, ma l'ho perso, a causa dello stupendo pc da cui scrivo!
Quindi ho perso anche la spontaneità di getto... era così carino quello di prima! UFFA!!
Non riporto ciò che avevo scritto... bè, avevo fatto un riferimento al fatto che nel buddismo è contenuto il principio che tutto si trasforma, tutto diventa preziosità da riciclare, anche la sofferenza, di cui spesso vorremmo liberarci, cancellare, obliare...quella soprattutto è preziosa e da riciclo!
(se perdo anche questo commento, non ne scrivo più, altro che riciclo!)
E aggiungo ciò che mi era sfuggito ieri sera, osservazione su un'altra delle innumerevoli chicche nascoste in questo racconto. Il titolo del post, canzone, contiene i colori che si accendono come lucine su questo sfondo blu, colori del fuoco, ma anche i colori dell'autunno... che raffinata completezza, a cerchio di 360°, eh, Pier? complimenti! (e cos'altro ci sarà da scoprire?)
BacioX

08 ottobre, 2007 13:22  
Blogger Pier said...

Danda: Ok, obiezione approvata! :-)
Anche questo commento è chiaro e carino, e pure carico di speranza quando dici che tutto diventa preziosità da riciclare, il fatto è che a volte certe trasformazioni sono dolorose, sono distacchi netti come quelli delle foglie dalla loro pianta...
Qui Lucia direbbe che le foglie cadute in realtà finiranno per dare nutrimento alla pianta stessa, quindi permetteranno la formazione di altre foglie e così via!
Come nel caso delle piante, anche questo post si sta ramificando per bene!
Grazie dei complimenti e per la tua interpretazione della scelta delle immagini e dei colori nel post(ma non è che un aiutino, piccolo piccolo, lo hai avuto? :-) ), in realtà ci sarebbero altre cose da scoprire ma sono già contento così!

09 ottobre, 2007 14:05  
Anonymous Anonimo said...

Molto gira intorno a quel 'here we go again' ...suona angosciante, l'associo all'immagine di una giostra che gira e gira ma che non porta a nessuna meta. Come se la sua funzione sia appunto solo ed esclusivamente quella di 'proporre' senza 'arrivare'..ma sono solo sensazioni a vivo che provo. Per il resto tutto giusto, concordo con i commenti precedenti, tra cui quello della cara 'Dandapit', ma come si dice..'tra il dire e il fare..'
Alla fine della giostra (oggi sono in tema circense...) siamo liberi di gestirci i ricordi come meglio crediamo e se illuderci di poterli cancellare puo' aiutarci...beh, che male c'e'? Arrivera' anche il tempo in cui potremmo considerarli in maniera diversa.
(Chissa' perche', nonostante le canzoni a cui fai riferimento nel tuo post, io sento 'la donna cannone' che va di sottofondo..)
Un salutone one one...(con l'eco)
Elisa

10 ottobre, 2007 10:55  
Blogger danDapit said...

PER ELISA: (senza pianoforte!)

[...] "così la donna cannone
quell'enorme mistero volò
tutta sola verso un cielo nero
nero s'incamminò
tutti chiusero gli occhi
l'attimo esatto in cui sparì
altri giurarono spergiurarono
che non erano mai stati li
e con le mani amore
per le mani ti prenderò
e senza dire parole
nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura
se non sarò bella come vuoi tu
e voleremo in cielo
in carne ed ossa
non torneremo più
e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete
voleremo via"


Hai ragione "Elisa" a far risuonare "La Donna Cannone" tra i ricordi, il post, e ciò che nell'aria sparì!
"tutti chiusero gli occhi
l'attimo esatto in cui sparì
altri giurarono spergiurarono
che non erano mai stati li"


..."e senza dire parole
nel mio cuore ti porterò..."
sìììì???

=__=

Ciao PierPier!! ^_^

10 ottobre, 2007 15:48  
Blogger sonia said...

Cancella pure Pier, cancella...

È giusto nella vita saper fare anche questo. Basta che hai saputo dare bene nel momento in cui c'era bisogno. Per cui se cancelli non è un dramma. :-)
Sicuramente è il modo più estremo ma è anche il modo più efficace per non continuare a stare male e a soffrire più di tanto.

Non scomparirà anche se tagli, sarà come i biglietti delle partite che ancora conservi, ma sicuramente domani il ricordo sarà meno doloroso.

Quindi cancella pure Pier, cancella... :-)

ps: molto bella descrizione dell'autunno.

11 ottobre, 2007 01:34  
Blogger danDapit said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

11 ottobre, 2007 13:15  
Blogger danDapit said...

PER PIER (mi era sfuggito, sorry!!)

Ciò che ancora non abbiamo scoperto, Pier, ...però ce lo puoi svelare, no?
Mi chiedi se ho avuto un aiutino piccolo piccolo...????
sai che c'è? forse...! Il fatto è che ci sono porte aperte tra la Lomellina e il Lazio, arrivano spifferi!!! ;oDD

(la "colpa" è dei gatti che devono entrare e uscire!) =___=

((oh, mi sono ricordata una cosa! Conoscevo una gatta a cui era stato nome Gina, perchè nella sua bellezza ricordava la Lollo...))

11 ottobre, 2007 13:19  
Blogger Pier said...

Elisa: Non a caso 'here we go again' è scritto in rosso, come le lucine, il semaforo, la città che "brucia"! Si può vedere anche come una rotaia che torna sempre al punto di partenza e non va da nessuna parte, non solo da quella promessa. Percezione corretta, brava! :-)
Nella giostra della memoria (tanto per citare un'altra canzone, stavolta di Ruggeri) tutto può succedere, anche riavvicinare persone e ricordi che sembravano perduti. E sarà senz'altro un bel ritrovare!
Grazie dei tuoi commenti!

Danda - commento 1: Qui sei stata molto criptica... Però nella dedica leggo un barlume di speranza in tutte queste citazioni, a metà tra la maliconia e la consapevolezza che i ricordi restano quello che sono, anche se li dimentichi. Un ricordo bello, felice non provoca mai dolore; semmai è la sua assenza a ferire.
Danda - commento 2: Manco a farlo apposta, questo tuo commento è arrivato proprio mentre stavo scrivendo la risposta al tuo precedente! Gli spifferi saranno colpa della mia gattina che chiede di entrare ed uscire; tra l'altro la mia micia è quasi omonima di quella che hai citato, infatti si chiama Cina (abbreviazione di Micina... Che fantasia! :-) )
Se non è stato scoperto tutto è perchè quello che rimasto nel sottobosco non è importante! ;-)

Sonia: Ciò che è ricorso spesso in questo post è che comunque niente si perde per sempre. Hai ragione, se questo serve per stare meglio, nella vita bisogna anche saper cancellare. Oppure almeno sovrapporre ad un ricordo un altro più vicino.
L'autunno da queste parti rende tutto più poetico, regalando ai suoi caldi colori fazzoletti di terra sui quali svernare.
Un abbraccio!

11 ottobre, 2007 13:36  
Blogger danDapit said...

Arieccome!!!
ho visto che ho dimenticato un "dato", ovvero: "era stato dato nome Gina".
ah, la distrazione che fa perdere pezzettini per strada...
E poi, a ripensarci, mi è venuto in mente che, neppure a farlo apposta, parlando di ricordi, mi sono ricordata della gatta Gina, e volevo concludere:
"chissà se ancora passeggia su e giù per quella casa, fra le note di un pianoforte"...
Che coincidenza, la tua gatta Cina, ah ah ah!! Non puoi immaginare!!! no, non puoi immaginare...
Cina, è abbrevizione di Micina, e suono simile a Gina, ma è anche uno stato dell'Asia... e più aggiungo, più rido! Pure per quella "C", e quella "G" insieme!!!
;-DD
...Però mi dispiace, stavolta resterò molto criptica!!! mentre rido e qualcun'altro riderà!!

Molto bello ciò che mi hai risposto al commento precedente... delicato e poetico...
BacioX!

11 ottobre, 2007 14:04  
Blogger Carmen said...

Non riesco proprio a cancellare niente e nessuno ... tutto mi rimane li come un tatuaggio nella mente indelebile anche quando guardandolo pensi che non vorresti piu' averlo davanti agli occhi.. ho imparato solo a ricordare e a non sentire piu' male!
Un bacio

(sono un bradipo lo sai son lenta e pigra in tutto troppa fatica cancellare qualcosa che la si puo' accantonare)

11 ottobre, 2007 18:01  
Blogger Pier said...

Danda: Ehm... in effetti non riesco proprio ad immaginare, mi viene in mente la canzone di Gino Paoli ma non so se c'entra qualcosa... Però se l'argomento porta anche qualche sana risata, ben venga!
Miao!

Carmen: Col tempo certi ricordi o situazioni sbiadiscono da sè, e sicuramente fanno meno male. Più che pigrizia forse la tua è anche una scelta inconscia.
Un bacione anche a te!

12 ottobre, 2007 12:04  

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