Scherzi (telefonici) da bar
Naturalmente, anche il bar Bellaria possiede il suo posto telefonico pubblico.
Originariamente si tratta di una vera e propria cabina chiusa e discretamente isolata, in grado di garantire la privacy del parlatore, poi, per ottimizzare lo spazio della saletta retrostante il bancone, questo catafalco viene sostituito da un classico telefono a muro, con una semplice semicalotta in plexiglas a tentare di isolare acusticamente la cornetta dal resto del bar. L’idea è anche buona, non fosse però che questa nuova postazione è stata installata proprio sotto uno dei televisori della saletta e vicinissima all’ingresso di quest’ultima; di conseguenza, chi tenta di fare una telefonata è costretto ad urlare come se fosse Vanna Marchi o Roberto da Crema. In effetti sembra che dopo una telefonata alle donne i capelli diventano rossi e agli uomini crescano i baffi e cerchino di vendere pentole agli avventori del bar. La sorte peggiore tocca però ai maschietti che telefonano per ragioni strettamente personali o più spesso sentimentali: nel tentativo di ascoltare al meglio l’interlocutrice e di farsi capire da lei, i parlatori spesso finiscono col pressarsi contro la copertura in plexiglas, somigliando così ai pesci di un acquario.
Il bar è anche fornitissimo di guide telefoniche, un vero e proprio archivio nazionale dell’utenza telefonica nell’epoca ante internet, che consente di evitare il ricorso al numero a pagamento della Sip, il famoso 12.
Purtroppo, questo immenso database è spesso e volentieri usato in maniera impropria dai giovani del bar, che passano interi pomeriggi a scartabellare guide telefoniche per scovare i nomi più curiosi da chiamare per fare scherzi telefonici. I migliori risultati di questa goliardica tendenza sono rappresentati dal Caffa (che a mezzanotte di un caldissimo giorno di luglio chiamò il sig. Guido Laratro chiedendo se poteva venire al bar per guidare un trattore), il Lupo (che chiamò il sig. Chiappa sostenendo che quando si trova insieme a suo fratello diventano una faccia da culo) e Balunin (che fingendosi un dipendente di diverse emittenti televisive propone quiz improbabili aventi come premio una serie di viaggi per andare a quel paese).
Il bar è anche fornitissimo di guide telefoniche, un vero e proprio archivio nazionale dell’utenza telefonica nell’epoca ante internet, che consente di evitare il ricorso al numero a pagamento della Sip, il famoso 12.
Purtroppo, questo immenso database è spesso e volentieri usato in maniera impropria dai giovani del bar, che passano interi pomeriggi a scartabellare guide telefoniche per scovare i nomi più curiosi da chiamare per fare scherzi telefonici. I migliori risultati di questa goliardica tendenza sono rappresentati dal Caffa (che a mezzanotte di un caldissimo giorno di luglio chiamò il sig. Guido Laratro chiedendo se poteva venire al bar per guidare un trattore), il Lupo (che chiamò il sig. Chiappa sostenendo che quando si trova insieme a suo fratello diventano una faccia da culo) e Balunin (che fingendosi un dipendente di diverse emittenti televisive propone quiz improbabili aventi come premio una serie di viaggi per andare a quel paese).
13 Comments:
Questo racconto/aneddoto mi ha fatto venire in mente che non c'è peggior tortura di una comunicazione telefonica che "funziona male"!
Un telefono dove sei costretto ad urlare e l'altro non ti sente, un popolo di avventori che sta lì in ascolto come pubblico a Teatro, o come Perpetue pronte ad arraffare fatti privati per ricamarci sopra...
Una tortura emozionale la comunicazione telefonica!
Quando cade la linea, quando la voce si sente a tratti segmentati, quando devi far ripetere le parole e la tensione si alza...E tutto ciò proprio quando, magari, non aspettavi altro che fare "quella telefonata"!
Orecchio bollente, disguidi, sospesi e ansie in aumento...
Che tortura! E che brutta avventura!
Per le burle telefoniche: ancora esistono questi divertimenti in base al significato d'un cognome?
Nooo!!
Anche dopo tutto ciò che si inventano in televisione?
Bell'aria tira al Bellaria!!!
;-D
;oD
Tu sei arrivata da poco sul mio blog, ma fino a qualche mese fa postavo articoli a tema sugli accadimenti in questo bar del mio paese, e in fondo era solo un modo per giocare con lo scatolone dei ricordi (questo tema l'hai toccato recentemente anche tu :-) ) di una ventina di anni. In effetti hai ragione a cogliere delle distorsioni temporali in questo racconto, oggi queste cose non potrebbero più accadere, neanche nella realtà frenata di un paese senza ferrovia...
Per quello che riguarda le comunicazioni telefoniche, credo che la cosa migliore sia sempre, quando possibile, la comunicazione diretta, "live"...
La tua risposta mi fa venire in mente un particolare...
Recentemente ho visto il film "Romanzo criminale" di Michele Placido, ambientato tra gli anni '60 e '70...
In una certa scena c'è uno che fa una telefonata da un telefono pubblico: inquadrano il telefono con la tastiera a disco, la cornettona grigia; subito dopo, scena a campo intero con l'attore in piedi che lascia la cabina: la cabina a vetro di oggi, e scritto sul vetro "Telecom".
Sono rimasta malissimo!!!
Un bel film, con una tale disattenzione!!!
...
Circa le comunicazioni "live", sì, naturalmente concordo...!
Ciaooo!!!
Ricordo anche un famoso film storico (tipo Spartacus o simili), dove sullo sfondo delle scene si vedevano chiaramente i pali della luce...
Ricordo ancora l'odore delle vecchie cabine telefoniche del bar della piazza. Fumo di sigaretta stantio, miscelato al profumo dolciastro di qualche dopobarba.
Al mattino, odoravano di caffé.
Ma c'è ancora il Bar Bellaria?
Ciao Pier...
passavo di qui... :o)
Buona serata
Arianna. :o)
Lucia: Hai ragione, le vecchie cabine telefoniche custodivano un odore tutto loro, e nella zona della cornetta si poteva intuire il tipo di persona che aveva appena parlato.
Il bar bellaria è stato purtroppo chiuso più di tre anni fa e tra flussi e riflussi di ricordi provo a farlo rivivere (come i miei 20 anni) ogni tanto sul mio blog.
Arianna: Bentronata, un saluto anche a te! :o)
Che bello lo scatolone dei ricordi! Ma voi le ricordate le cabine telefoniche con la cornetta imbrattata di quell'emulsione super abbronzante che andava negli anni '80? Lo so che gli scherzi telefonici sono sorpassati..ma leggendo questo post ho riso di cuore. Un riso un poco scemo, un poco malinconico...ma partiva dal cuore e al cuore, si sa, non si comanda!
Grazie di questo flash back ^=^
Elisa
Leggendo l'ultimo commento mi è tornato in mente che solo tre anni fa ancora ricevevo telefonate da "scherzo telefonico"!
...insomma, non molto tempo fa!
Qualcuno "grande e grosso" (così si dice a Roma; si usa anche altrove? ..per dire che l'età degli scherzi sarebbe passata da un pezzo!) che periodicamente telefonava con "identità riservata", escludendo il suo vocale, cosicchè sentivo il vuoto mentre lui restava all'altro capo!
Negli anni '80 almeno si sentivano il respiro, i rumori di sottofondo...
Ha smesso quando gli ho scritto che i suoi pensieri mi giungevano: "trillavano come campanelli nell'aria"!
...
^___^ ciao ciao!!
Elisa: Benvenuta! Tutto ciò che parte dal cuore è sempre un pò sbarazzino e malinconico allo stesso tempo... Però quell'emulsione abbronzante di cui parli non me la ricordo proprio!
Sai che hai uno stile di scrittura che mi sembra familiare? Torna presto!
Danda: Grande e grosso si dice anche di qua e se la frase è detta in dialetto in genere la si completa con "tocco di classe" per fare rima... :-)
In pratica subivi scherzi telefonici muti... Beh, hai visto come il potere delle parole è più forte del silenzio? Alla fine ha ceduto lui! :o)
Far rivivere i 20 anni?
Io non vorrei mai! Ho imparato più cose dal ventunesimo in poi.
;-)
Mi ha fatto sorridere il tuo sentire qualcosa di familiare nella mia scrittura. Perchè vedi, io sono un tipo 'familiare'. Mi capita da sempre che persone mai viste prima mi dicano '..aspetta..ma tu sei..ma si, sei una tipa conosciuta...oddio ora mi sfugge il nome.,forse ti ho vista in qualche pubblicità..o forse al cinema...ma sei...ma chi sei?!' Le prime volte ero lusignata da questi 'riconoscimenti', poi la sorpresa divenne quasi ansia, ora invece convivo felicemente con il mio karma famoso..perchè io non sono proprio nessuno di famoso e conosciuto, ma il mio aspetto, il mio stile di scrittura, perfino la mia voce a molti risultano 'noti'.
Sarà forse per questo che adoro Pirandello?
Un saluto domestico ^-^
Elisa
Lucia: Sarebbe bello poter imparare le cose con la testa dei 30 anni e assaporarle con l'entusiasmo dei 20! ;-)
Elisa: Sei ritornata in fretta! :-)
Dalle cose che dice potresti essere una buona attrice. Sarà per il nome che porti, ma vedo molta luce in quello che scrivi! Almeno, così mi sembra. O, se preferisci, così è... se ti pare! :-)
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