Frammenti di (Pier)Pioggia

Pensieri e parole alla ricerca di un'identità

venerdì, marzo 02, 2007

Un "raffinato" quartetto lomellino

Post-ricordo di carattere musicale...
Il 17 settembre 2004, in una serata ad alto livello culturale, dove siamo chiamati, grazie all’interessamento del nostro chitarrista, nonché paraculato giornalista Cespo, ad eseguire l’intero album di Fabrizio de Andrè “storia di un impiegato”. Nell’inserto locale del corriere della sera dedicato agli spettacoli, l’organizzatore della serata ci presenta come un “raffinato quartetto lomellino” ; è evidente che non sa cosa lo aspetta e soprattutto è evidente che Cespo, il nostro estemporaneo promoter, ha banfato spudoratamente.
Comunque è fatta e i quattro raffinati (io, Serse, Cespo e il giovane batterista Prece) ci presentiamo per il sound check e il piazzamento degli strumenti. Troviamo ad attenderci il tecnico del suono Gianni, un simpatico signore brizzolato sulla cinquantina e ottimo chitarrista, che solo dopo 20 minuti scopriamo essere affetto da sordità primaria all’orecchio sinistro, grazie a due episodi: nel primo avverte dalla postazione del mixer un fastidioso ronzio provenire da una cassa, salvo poi non rilevare più nulla una volta arrivato alla cassa stessa (si era avvicinato ad ascoltare con l’orecchio sbagliato); nel secondo invece è l’organizzatore della serata a chiamarlo al telefonino e anche noi a qualche metro di distanza percepiamo il dialogo concitato che si articola più o meno così:
Gianni: «Pronto! Pronto! Prooontooo! Ma chi paarlaaa?»
Organizzatore: «Ciao Gianni sono io, avete già provato gli strumenti?»
Gianni: «Cooosaaa? Chi sei? Parla più forte che non ti sentono!»
Organizzatore: «Gianni, cazzo, sono io, cambia orecchio se no ci credo non mi senti!!!!!»
Decidiamo allora a questo punto di cavarcela da soli, e Serse, come spesso succede, prende in mano la situazione, appropriandosi del mixer e delle sue cuffie e sistemando per bene suoni e volumi della sua tastiera in modo da coprire tutti gli altri strumenti. Si passa quindi al suond check della chitarra di Cespo, che canterà anche un pezzo solista mettendo a dura prova il nostro intestino; dopo una serie di virate di trimmer il volume della sua chitarra è ancora praticamente zero e Cespo protesta, ma Serse lo zittisce subito:
«Questa è la regolazione con la quale rendi meglio. Meglio per te e per noi.»
La reazione del Cespo è inutile, nonostante la provocazione sociologico - musicale:
«Tu non devi fare l’accompagnamento. A te l’accompagnamento devono dartelo!»
Arriva il mio turno, e dopo 10 minuti in cui gli amplificatori non emettono alcun suono nonostante le acrobazie mixeristiche di Serse, mi accorgo di essermi dimenticato di alzare il volume del mio basso… Dopo essermi beccato una raffica di insulti si può passare alla batteria di Prece, il quale in vena di scherzi finge di pestare pochissimo sui tamburi, e solo dopo essersi assicurato che Serse, con le cuffie saldamente in testa ha alzato per bene tutti i volumi possibili, pianta una rullata stratosferica che per un attimo ci fa temere di avere un altro mixerista con seri danni permanenti all’apparato uditivo.
Comunque tutto il resto fila liscio e finalmente si può andare a cena; la generosa amministrazione comunale ci offre un pasto completo presso la casa di riposo per anziani “casa serena”. Alcuni ospiti ci guardano con fare circospetto, non sono abituati a ricevere visite a quell’ora, altri invece sembrano divertiti dalla nostra presenza. Cespo non perde l’occasione per rivolgersi a me, il più anziano del gruppo, dicendo di non andare in giro da solo per la struttura altrimenti finisce che mi tengono dentro.
Arriviamo nella sala da pranzo e ci vengono propinati a una temperatura di circa 180 gradi centigradi (356 gradi Fahrenheit) dei ravioloni appena tolti dal forno a microonde e del prosciutto cotto congelato (probabilmente per fare un buon mix con la temperatura ambiente). Oltre ad una bottiglia d’acqua in plastica da 1 litro abbiamo a disposizione anche una brocca di vino che viene esaurita in brevissimo tempo. Prima di lasciare il refettorio, si provvede a scambiare fulmineamente i contenuti di bottiglie di plastica e brocche presenti nella sala, in modo da assicurarci adeguato rifornimento durante il concerto.
Finalmente si può iniziare, e davanti ad una ovviamente raffinata platea di una ventina di persone il concerto procede tranquillo dalla prima all’ultima canzone, pur assomigliando per tutta la sua durata ad un congresso di enologia con sottofondo musicale.

6 Comments:

Blogger flipper said...

Ciao... Sono tornata!

carino l'aneddoto..

Ho notato che nn mi hai messo tra i blog letti!!! ;) Guarda che ti tolgo dalla mia lista!!! :)

03 marzo, 2007 12:47  
Anonymous Anonimo said...

Non ho il tempo di leggere ora.. quindi ti lascio solo un salutino e un abbraccio..

baciottolo!

03 marzo, 2007 19:47  
Blogger danDapit said...

ah ah ah!!
;-DD
Ma poi il giorno dopo è apparso sul giornale il trafiletto con cui hanno elogiato il quartetto lomellino?
E, in definitiva, è stata più carina la cena, o la soddisfazione che vi ha dato il pubblico che sorseggiava il suo vino? Ma lo sorseggiava o ne parlava?

Bel ricordo?
O appunto divertente di vita, che si condivide nell'arte fra amici?

E ancora: c'è un motivo particolare per cui "oggi" ne parli pubblicandone il post?
...
In ogni caso ci hai regalato un bel quartetto, con vari spunti per sorridere ed immaginarti...
Quando si ha a che fare con un pubblico, ne succedono sempre di tutti colori!
Un bacio Pier!

03 marzo, 2007 23:26  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Pier, un saluto! :)

05 marzo, 2007 10:15  
Blogger sonia said...

Un quartetto di sordi :D :D
Ecco perché il tuo collega ti diceva di non aggirarti troppo per la struttura! :D :D


Un abbraccione pier e buon lunedì

05 marzo, 2007 13:20  
Blogger Pier said...

Flipper: Hai visto che ti ho linkata? Basta una parola e risolvo... Ma non è adesso che ti sto viziando troppo? :-)

Laura: Vanno benissimo tutti e tre. Il salutino, l'abbraccio ma soprattutto il baciotto! ;-)

DanDapit: Non ho avuto il coraggio di guardare un'eventuale recensione sul giornale del giorno dopo... Ma cmq è stato un bel ricordo e mi è sembrato giusto riportarlo alla luce. Non c'è un motivo preciso per cui ho scelto di pubblicare questo, il racconto l'avevo scritto tempo fa e volevo solo pubblicare qualcosa di diverso.
Mi fa anche piacere che tu abbia sorriso e che ti diverta ad immaginarmi...

Duss: Ma grazie della visita! Un salutone anche a te! :-D

Sonia: Come stai? Ripresa definitivamente? Bella la battuta dei Sordi, anche se... nessuno di noi si chiama Alberto (battutaccia)! ;-)
Buon lunedi anche a te!

05 marzo, 2007 16:57  

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