Il Bar Bellaria (4): La TV
Parliamo oggi della TV. La scatola magica, la finestra costantemente affacciata sul mondo.
In realtà il mondo del bar è piuttosto piccolo, infatti la TV trasmette solo partite di calcio (praticamente banditi tutti gli altri sport, ad eccezione del ciclismo a fare il tifo per Bugno o Chiappucci e gufare Indurain – ma tutto questo avviene solo sullo schermo principale) oppure concerti rock ad un volume che non sembra alto, anche se gli altoparlanti vibrano più di un deltaplano. Anzi, pare proprio che sia questo livello di volume a tenere sospesi in alto i 4 monitor sistemati negli angoli superiori dei due stanzini nei quali si trovano, due per parte. Finché tutti e quattro gli schermi trasmettono lo stesso programma le cose vanno in maniera accettabile, quando nelle due stanze si proiettano programmi diversi le cose si complicano causa la presenza di fastidiose risonanze, per cui si può avere la sensazione di aver assistito ad un goal di Vasco Rossi su passaggio di Freddie Mercury durante un Milan – Wembley.
La vera novità degli anni 90 resta comunque la pay-tv. A partire dalla stagione 1993-94, Telepiù trasmette in diretta una partita del campionato di serie A, un posticipo che si gioca alle 20.30. Grazie ad un misterioso decoder (ed alla ancora più misteriosa definizione tecnica dello stesso: analogico terrestre) è possibile assistere per la prima volta ad una gara in diretta e ricostruire nella tranquilla intimità del bar del paese l’atmosfera di uno stadio. Perché infatti fino a questo momento le uniche partite visibili in diretta sono quelle giocate dalla nazionale, che più o meno (campanilismi a parte sull’utilizzo di un giocatore piuttosto che un altro) sosteniamo tutti. I costi del servizio sono accessibili solo per la prima stagione, per assistere a quella successiva è necessario accendere un mutuo. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni, o se preferite la stessa di quando negli anni 60 si andava al bar per vedere Mike Bongiorno ed il suo telequiz Rischiatutto con l’abbacinante tabellone luminoso. Per chi tifa squadre con pochi tifosi c’è poca speranza, e i pochi adepti al culto di squadre come il Torino o il Genoa sono costretti a ritrovarsi a casa di qualche privato per assistere alla partita, come se partecipassero ad un convegno massonico. In genere ad assistere alle partite ci sono quelli che tifano per una squadra e quelli che gli gufano contro. Molto rari in questi primi appuntamenti sono le gare dove ci sono veri tifosi di entrambe le squadre in campo e in genere pur di gufare contro la Juventus o l’Inter si millantano simpatie per squadre come la Roma, il Cagliari o l’Udinese. Tali simpatie vengono prontamente accantonate nel caso in cui la settimana successiva questi club affrontino la vera squadra del cuore (o del fegato, dipende per che si fa il tifo).
8 Comments:
Peccato che non esiste più questo posto, altrimenti ti strappavo un appuntamento
;-)
Ricordo, quando da bambino i miei mi portavano al cinema, tra il primo ed il secondo tempo del film, si andava tutti in una saletta per vedere La Televisione...
Ero molto piccolo, 1967/68.
ps:
mai gufato contro l'Inter ;)
ogni volta che penso ad una partita mi viene in mente la scena di fantozzi
"vestagliona di flanella, frittatona di cipolle, familiare di Peroni ghiacciata, e rutto libero"
Mary
Io invece non ero ancora nato!
Il babbo mi raccontava che alla sera, verso le 19, si guardava tutti la sintesi di un tempo di una partita di serie A (L'anno che dici tu vinse il Milan).
Nemmeno io ho mai gufato contro l'Inter, d'altronde da tifoso granata non potrei mai gufare contro "il Torino dei ricchi"! :-)
Angioletto: la scena che ricordi tu in effetti si ripete spesso, a parte la marca della birra! :-)
Vasco che fa goal.... oddio pagherei per vederlo... prenderei sky subito!
si si, un vasco che fa goal...lo vorrei proprio vedere anche io ;o)...ma il Vezio cosa faceva?
Penso che ci fosse anche lui, nel solito angolo e con la solita bottiglia di birra... Tanto come sappiamo per lui televisione spenta o accesa fa lo stesso! :-)
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