Frammenti di (Pier)Pioggia

Pensieri e parole alla ricerca di un'identità

martedì, novembre 28, 2006

De Sexo

Queste "frasi storiche" mi sono state mandate via mail da una mia amica, ve le ripropongo anche perchè mi sembra che l'argomento sia molto utilizzato...


"Credo che il sesso sia una delle cose piu belle, naturali e salutari che il denaro possa comprare."
(Tom Clancy)

"Avete presente 'quella faccia' che fanno le donne quando vogliono fare sesso? No?Neanche io."
(Steve Martin)

"Fare sesso è come giocare a bridge. Se non hai un buon compagno è meglio che tu abbia una buona mano."
(Woody Allen)

"La bisessualità raddoppia istantaneamente le tue possibilità di un appuntamento il sabato sera".(Rodney Dangerfield)

"Ci sono vari strumenti meccanici che aumentano l'eccitazione sessuale, specialmente nelle donne. Tra i più importanti sicuramente c'è la Mercedes-Benz 380SL."
(Lynn Lavner)

"Il sesso è una delle nove ragioni della reincarnazione. Le altre otto non sono importanti."
(George Burns)

"Forse le donne sanno fingere gli orgasmi. Ma gli uomini sanno fingere intere relazioni."
(Sharon Stone)

"Le donne si lamentano della sindrome premestruale, ma penso a quel momento come l'unico momento del mese in cui posso essere me stessa."
(Roseanne)

"Le donne hanno bisogno di una ragione per fare sesso. Gli uomini hanno bisogno solo di un posto."
(Billy Crystal)

"C'è una nuova emergenza medica. I dottori dicono che ci sono molti uomini che hanno reazioni allergiche ai profilattici di lattice. Dicono che causano grossi rigonfiamenti. Mi chiedo quale sia il problema."
(Dustin Hoffman)

"Vedi, il problema è che Dio ha dato agli uomini un cervello e un pene, ma sangue a sufficienza per far funzionare solo uno dei due alla volta."
(Robin Williams)

venerdì, novembre 24, 2006

24/07/1998 – Il “vascone”

Ammetto di barare un po’ su questa data, perché non ho riferimenti temporali precisi sull’episodio che andrò a raccontare, di certo era un giorno qualsiasi di un mese di luglio di qualche anno fa, quando non tutti in compagnia erano patentati e si facevano dei gran giri in bicicletta, soprattutto in estate.
Dovete sapere che il mio paesello ha ancora la piccola fortuna di avere una bella campagna intonsa, non ancora aggredita dal bitume e dal cemento, ma solo dalle zanzare e dalle nutrie che la esplorano uscendo dalle acque del fiume Ticino. Ricordando un po’ quello che intende Francesco Guccini quando parla “tra la via Emilia e il west” (uno dei nostri dischi cult), anche noi quando attraversiamo quelle strade polverose e piene di buche che mettono a dura prova le nostre terga e i nostri zebedei ci sentiamo in un mondo quasi selvaggio, da scoprire e sfruttare per la nostra sopravvivenza fuori dal borgo, proprio come i pionieri del vecchio west “visto e sognato in diecimila film”.
Di solito ci si stacca dal bar Bellaria verso le 18.30 e si parte alla volta della vicina campagna; in queste escursioni siamo sempre presenti io, Cespo, Oldra e Lando, più raramente si aggregano il Rosso e Serse. “Sfortunatamente” quella sera è presente anche il Rosso, oggi serio e disciplinato dipendente Dell, ma allora scavezzacollo con deviazioni estremistiche da tifo calcistico (infatti è tra i fondatori del gruppo ultras interista “cassolo sbronza”, del quale fa ancora attivamente parte). Il Rosso è un uragano inarrestabile, combina scherzi a tutti quando meno se lo aspettano e non si ferma nemmeno a forza di botte; le uniche cose che lo fermano sono l’alcol (il quale dopo qualche birra media lo trasforma in un tenero angioletto assopito) e i tomini al formaggio, che proprio non sopporta (e che Serse puntualmente prepara ogni volta che si organizzano pranzi o cene “sociali”).
Quella sera decidiamo di prendere una stradina molto stretta che costeggia il Naviglio e che arriva al cosiddetto “vascone”, una specie di bacino di raccolta idrica che attinge direttamente dal Naviglio, e che serve per distribuire acqua ai cavetti irrigui che pervadono i campi di riso, rendendoli in primavera come ritagli di specchi puntati al cielo, travestendoli da piccoli laghi selvatici. Solitamente al vascone si può fare il bagno, perché l’acqua è meno profonda che nel fiume e data la sua lunghezza qualche metro a bracciate si può anche fare. Insomma viene usato come piscina dei poveri.
Scusate, ho divagato, beh dicevo che quella sera, arrivati al vascone, decidiamo solo di parlare un po’ (del resto né io né il Rosso sappiamo nuotare), fino a quando ad Oldra non viene la brillante idea, in un impeto di goliardia, di sollevare la chiusa che regola il flusso di uscita dell’acqua dal vascone verso i cavetti (per chi non ha sangue campagnolo nelle vene, queste specie di dighe vanno aperte ad orari prestabiliti e solo da personale autorizzato, il guardiano delle acque o campé); esce un po’ di acqua e la cosa ci diverte moltissimo, ma la parte più divertente arriva quando Oldra, in equilibrio precario, scopre di avere incastrato la chiusa e non riesce più a smuoverla né verso l’alto né verso il basso, col risultato di allagare ulteriormente un campo di riso già pieno di suo. Il povero Oldra è preoccupatissimo, comincia a sudare pere spadone (temendo l’arrivo di qualche cantoniere) e urlare a noi di fare qualcosa. Noi intanto siamo paralizzati dalle risate (anche perché Oldra di solito è il più attempato di tutti, e vederlo dimenarsi in modo scoordinato e sbraitante è davvero uno spasso), quando il Rosso decide a modo suo di dargli una mano, lanciando una serie di sassi pesanti nell’acqua, i cui abbondanti schizzi vanno a fare una serie di docce involontarie al povero Oldra, ancora accovacciato a mò di kamasutra sulla chiusa nei disperati tentativi di sbloccare l’asse di legno che fa da diga. L’iniziativa del Rosso ovviamente non sblocca la chiusa, ma riesce almeno a sbloccare Oldra, il quale parte all’inseguimento del provocatore urlando “Rosso di merdaaaa!!!” più altri insulti irripetibili.
La serata si conclude quindi con una fuga modello giro d’Italia dove un piccoletto coi capelli rossi sale in bicicletta sghignazzando “si sono rotte le acque!” e un invasato bagnato fradicio lo insegue senza alcuna speranza di raggiungerlo. E naturalmente un campo che tracima a destra e sinistra come se fosse passato Mosè a spartire le acque.

mercoledì, novembre 22, 2006

A volte basta poco...

Stamattina sono partito dal mio paesello immerso nella nebbiolina gocciolante tipica della bassa padana, e sembrava una di quelle giornate in cui il grigio non lascia scampo e spazio ad un altro colore.
Poi improvvisamente si è come sollevato un velo ed è incredibilmente apparso un bellissimo sole con tanto di sfondo di montagne! Solo una volta mi era capitato di assistere allo spettacolo della nebbia che si alza improvvisa come un colpo di teatro scoprendo il sole, ma mai con le Alpi in retroscena!
Beh, è stata una sensazione bellissima che mi ha veramente riempito di gioia (la giornata di oggi, ora ventosa, sembra proprio una giornata di primavera), peccato non avere avuto una telecamera per filmare questa “estate di S. Martino” un po’ in ritardo!
Pensavo che bello se ogni tanto anche nelle cose della vita succedessero fenomeni così e tutto diventasse più luminoso e chiaro…

lunedì, novembre 20, 2006

27/5/2001

Voglio fare un esperimento. Mettere sul blog alcune mie esperienze/avventure degli anni passati, intitolandole con la data in cui si sono verificate.
Mi piace giocare con le date. E naturalmente, come ogni bambino non cresciuto, mi piace giocare anche con lo "scatolone dei ricordi".
Ecco quindi qui la prima puntata...

Abbiamo deciso di andare a vedere l’ultimo film di Roberto Benigni, “la vita è bella”. Ne stanno parlando molto bene, anche alla luce del fatto che pare non si tratti di un film come gli altri. L’argomento, seppur abusato, è molto serio e riguarda la condizione degli ebrei nei campi di sterminio tedeschi.
Nonostante sia primavera inoltrata, è una domenica pomeriggio piuttosto grigia, quando io, Oldra e Cespo partiamo con la fiat tempra di quest’ultimo alla volta del cinema Odeon (che fantasia) di Vigevano, l’ultima sala cinematografica rimasta in città dopo l’apertura del movieplanet sulla strada per Mortara.
Il film nella prima parte sembra la solita serie di gag a ripetizione del toscanaccio, ma più ci si avvicina alla fine, più si ha la sensazione che il finale non sarà così lieto. In effetti arriva il momento in cui il protagonista Guido/Benigni viene ucciso dalla guardia tedesca, e in sala si avvertono i primi mugolii e le prime tirate di naso (non nel senso degli aspiratori di coca). Io rimango pressoché impassibile (ho una reputazione da difendere: mai versato una lacrima al cinema), Cespo anche e fiutata l’atmosfera guarda a destra e a sinistra per vedere se c’è qualche donnina da consolare, Oldra non dà segni di cedimento. Il problema per me arriva alla fine, quando entra in scena il carro armato e il piccolo Giosuè crede che tutto sia stato un gioco ed è felice di avercela fatta. Beh, quando ho visto il carro armato ho avuto la stessa sensazione di un pugno nello stomaco e un nodo marinaio alla gola ha cominciato a salire, anche a causa della scena finale del ritorno, dove il piccolo ritrova la sua mamma.
Cazzo, è un finale che non ci aspettavamo.
Usciamo tutti e tre abbastanza sconvolti e fino all’arrivo in macchina nessuno riesce a dire una parola. Io per trattenere il groppone faccio degli sforzi così intensi che la mia pressione interiore basterebbe da sola a gonfiare le gomme delle biciclette esposte in una vetrina da ciclista; spero solo che lo sforzo non abbia effetti collaterali percepibili olfattivamente.
Forse anche consapevole di questo, arrivati all’auto, Oldra prova a rompere il ghiaccio (di solito rompe qualcos’altro, nell’ordine mi ha già rotto con la sua leggiadra delicatezza un orologio, una scarpa e il mignolo destro):
- Accendi la radio, sentiamo un pò i risultati delle partite
Dopo un’infanzia lontanissima dal mondo del calcio e da qualsiasi campo di calcio (anche oratoriale), da qualche tempo Oldra si è avvicinato a questo sport ed in particolare al Bologna, e generoso come sempre quando si imbatte in un’avventura ci mette tutto se stesso. Il caso vuole che proprio al momento dell’accensione della radio interviene l’inviato al Bentegodi di Verona, che annuncia il quarto gol del Bologna, ad opera di Giuseppe Signori; Oldra è gasatissimo, io provo a scherzare dicendo:
- Non esaltarti troppo, magari sta perdendo 5 a 4!
Non l’avessi mai detto.
Il cronista conferma effettivamente che il risultato è proprio Verona – Bologna 5-4.
Oldra diventa paonazzo.
L’atmosfera magica e surreale del film viene quindi definitivamente spezzata da una colorita raffica di insulti e maledizioni assortite a volume insopportabile, per l’intera durata del tragitto del ritorno a casa (8 km di smoccolate inarrestabili).
Dopo un viaggio del genere, oltre alle precedenti ed agli zebedei, Oldra è riuscito a rompere anche i timpani.

lunedì, novembre 13, 2006

Fog Day

Oggi giorno di nebbia...


fonte della foto: www.montebaldo.org

E' in giornate come questa che capita di scrivere questo insieme di parole che si intrecciano tra loro come ricordi in una corsa ad ostacoli...


Non ti cerco
non vuol dire non ti penso
chissà mai se ti domandi
se tutto questo ha un senso

Sfrattato
furtivo rimpianto di un Paradiso
non ricordo che l'ombra
delle tue labbra e del tuo buffo sorriso

Ma sia così,
in fondo cosa vuoi che sia
tu tieniti il tuo orgoglio
ed io la mia pazzia

mercoledì, novembre 08, 2006

Il piccolo carpentiere lomellino

Ogni tanto, quando sono libero da impegni di UV, mi diverto a fare il brav'uomo di casa, e lunedì sera ho deciso di sistemare un listello che si era scollato da una specie di armadietto/ripostiglio; sporgendo esso verso l'esterno il rischio era infatti quello di cozzarci dentro con conseguente peggioramento della situazione del legno e della mia pelle (qualche graffietto lo poteva fare). Ho provato con il super attak ma non ha funzionato, così ho comprato una colla per legno che in realtà attacca anche gli alieni, solo che devo aver esagerato con la dose e mi sono ritrovato a fare parte integrante dell'armadietto (non ho potuto fare foto per ovvi motivi), insomma ci ho messo una decina di minuti per staccare l'eccesso di colla dal mio palmo destro. Tra l'altro qualche piccolo residuo (che sto ancora cercando di grattare via) mi è rimasto, e non è che questo contribuisca a farmi fare bella figura se dovessi presentarmi a una donna! :-)
Cmq l'operazione falegnameria è andata a buon fine, grazie anche ad un sofisticatissimo sistema di blocaggio costruito con incastri di scope e sedie per garantire un'adeguata pressione di incollaggio al listello di legno.

Tutto è bene quel che finisce ben.. incollato!

lunedì, novembre 06, 2006

Abulia

Ammetto di attraversare un periodo un pò abulico, non so cosa scrivere oppure mi sforzo di non scrivere certe cose, come se avessi perso qualcosa o qualcosa si fosse chiuso...



Però se a me non vengono in mente idee, magari qualche spunto utile può venire a voi, quindi lancio il "guanto di sfida" (sperando abbia le stesse dimensioni delle vostre mani): di quale argomento vi piacerebbe che io vi parlassi? Attenzione che di qualsiasi argomento si tratti, poi lo tratterò a modo mio...