Frammenti di (Pier)Pioggia

Pensieri e parole alla ricerca di un'identità

lunedì, luglio 31, 2006

Appelli e Orpelli

Le cose della vita sono in continuo movimento, come i sentimenti.
In questo strano week end ho trovato gli appunti di questa poesia, abbozzata di getto probabilmente nell'ottobre del 2004. Li ho riletti e sistemati, anche se non esiste quasi mai una versione definitiva delle cose che faccio, perchè poi le rileggo e cambio sempre qualcosina.
Ecco allora queste righe, che di fatto rappresentano l'angoscia per qualcosa che, per colpa o per destino, non si è capaci di trattenere...
Il tuo profumo scivola su me
Fino a diventare una seconda pelle
Che sdrucirà di cicatrici
Quando te ne andrai

Il tuo ricordo tracima in me
In un silenzio che non tace
In una pioggia che non bagna
In un riposo che non sogna

Hai già emesso la sentenza
Resta un’ombra senza luce
Resta un fiume senza mare
E all’appello manchi tu...

venerdì, luglio 28, 2006

Il bar Bellaria (9): Il videopoker

All'interno del bar ci sono tante attrazioni (oltre a quelle già citate) che permettono di occupare il tempo in maniera costruttiva. Una di queste è il primo videopoker, che in realtà di video ha proprio poco, giusto uno spartano display a quarzi rossi che quando esce una combinazione di numeri vincente emette una serie di suoni simili a quelli di una navicella spaziale che non ha superato la revisione. In alternativa può emettere un singolo suono molto grave, a seguito del quale diversi astanti si toccano lo stomaco e si guardano sospetti pensando ad un'improvvisa epidemia di meteorismo.
In realtà l'occupazione preferita dei giocatori di videopoker consiste nel capovolgere la macchinetta (operazione tra l'altro non facile, vuoi per le dimensioni intrinseche dell'oggetto che ricorda un sarcofago egiziano, vuoi per la vicinanza di Greta) e recuperare abusivamente i soldi immessi da altri giocatori. Uno dei più smaliziati nell'effettuare questa truffa è Bisicchino, un giovane di piccola statura e dai raffinati lineamenti del viso; infatti è soprannominato "Mariangela", per via della somiglianza con la figlia di Fantozzi. Nei periodi di massima forma riesce anche a farsi un mezzo stipendio a settimana che si beve regolarmente in alcool. Purtroppo per Bisicchino (ma per fortuna del suo fegato), il sig. Carlo un giorno lo ha colto sul fatto capovolgendo lui, e ai suoi tentativi di spiegazione ha risposto:
« Oltre che fetent 'è pure bugiard »
Dopo questo spiacevole episodio il sig. Carlo provvede a rinforzare con catene e lucchetti corazzati la stabilità del videopoker, in un intreccio metallico dal quale nemmeno lo stesso Houdini sarebbe mai riuscito a liberarsi.

giovedì, luglio 27, 2006

Celebration!

Ho visto che il contatore delle visite è scattato in quarta cifra...

Non voglio spendere troppe parole per il millesimo contatto, ma vorrei ringraziare di cuore tutti voi che "passate da qui", lasciando un commento o semplicemente curiosando tra i pensieri obliqui e sfuggenti del sottoscritto.
Perchè io non è vero che scrivo solo per me, ma sapere che qualcuno mi legge mi fa sentire meno solo...
G R A Z I E A T U T T I V O I !

martedì, luglio 25, 2006

Il bar Bellaria (8): Personaggi da bar

Un saluto a tutti voi, e ben ritrovati.
Ho visto che il contatore delle visite è salito nonostante la mia assenza dal web e vi ringrazio per essere passati di qua.
Come vi avevo anticipato, non sono stati giorni molto rilassanti, magari tra un pò vi racconto anche di quello che mi è successo...
Per riprendere il filo là dove ci eravamo temporanemante lasciati, vi propongo questo nuovo capitolo della saga del bar bellaria...
Il bar è frequentato da gente matura, almeno secondo l’anagrafe. Uno dei personaggi più distinti è il bugiat, un signore sulla settantina che vive in perenne simbiosi con la sigaretta e con l’Inter. Noto per i suoi colpi di tosse e le successive scatarrate, viene tenuto a distanza di sicurezza anche dal sig. Carlo, per evitare possibili contaminazioni di pizze e focacce in bella mostra sul bancone. E poi c’è Girelli, un rissoso muratore in lite con chiunque durante le partite di calcio, anche coi giocatori stessi. Chiede ammonizioni ed espulsioni ad ogni intervento falloso (o presunto tale), se fosse per lui le partite si giocherebbero su un campo di calcio per il primo tempo e su un campo di calcetto (5 contro 5) nella ripresa, tanti sarebbero i giocatori “cattivi” da allontanare. Dopo essersi azzuffato coi vicini di tavolo ed aver espulso virtualmente una ventina di giocatori, se ne va soddisfatto brandendo una carta da gioco dal dorso rosso auto espellendosi dal locale.
Un altro personaggio (solo di poco più vecchio di noi) che colpisce gli avventori del bar è Max the King. Ma se ti colpisce col sinistro puoi ancora dire che ti è andata bene. In realtà Max è un ragazzone abbastanza pacifico e dal cuore d’oro, almeno fino a quando non si scola 5 birre di seguito, dopo diventa intrattabile. Memorabile la volta che si è presentato al bancone dopo un incidente d’auto chiedendo a Carlo di chiamare i carabinieri: voleva denunciare i cassonetti dell’immondizia per avergli tagliato la strada. Max ci ha lasciato un anno fa, è partito per l’altro mondo. Ma non pensate male: si è solo trasferito in Venezuela. Stavolta senza cassonetti ad ostacolargli il cammino.

venerdì, luglio 14, 2006

Pseudo-Vacanze

La prossima settimana farò qualche giorno di ferie, anche se non saranno vacanze vere e proprie, anzi dovrò fare un bel pò di cose in e soprattutto per la casa. Sarò presente a singhiozzo ma penso che ogni tanto aggiornerò il blog, visto che la cosa mi sta prendendo molto!
Sarebbe bello però cambiare sfondi per un pò...
Mi piacerebbe tornare ad ascoltare il rumore del mare, o i silenzi della montagna, o meglio ancora fare una vacanza "on the road", magari senza avere una meta precisa e deciderla lungo il percorso, in una metafora quotidiana che assomoglia alla vita...
E a proposito di metafore Vi lascio questo breve ma significativo momento catartico...

"LEI"
è una musica troppo bella e struggente che non so suonare
è un quadro dai colori troppo vivaci per restare nella mia cornice
è un giornale di ieri che non uscirà mai...

giovedì, luglio 13, 2006

Le foglie e il vento

Guardate questa copertina di un Cd del mio conterraneo Ron... Che vi sembra?

A prima vista sono due semplici, fragili foglie che cadono, a tema col titolo dell'album (le foglie e il vento, 1992). Questo è ciò che credevo io prima di leggere le note all'interno del libretto.
Poi scopro che in realtà il soggetto in copertina è un dipinto (di un certo Pietro Nardini), intitolato "Paolo e Francesca"... Allora guardo meglio la figura e noto che, in effetti, le due foglie gialle cadenti hanno le parvenze di un uomo e di una donna...
Colori caldi, autunnali, decisi. Quel titolo mi ha aperto un mondo, un pò come succede quando si apre un sipario... Ho fatto una ricerca per immagini su google e ho trovato molte occorrenze sul tema, ma credo che nessun dipinto (nemmeno quello di Cezanne che mi sembra di avere visto sul blog di qualcuno di voi) rappresenti meglio la passione, il dramma e la struggente intensità della storia dei due amanti che si perdono in un "piacer sì forte che ancor non m'abbandona"...
Credo che sia davvero un bel modo di perdersi, nel mare profondo degli occhi negli occhi, l'uno nelle braccia dell'altra, no?

mercoledì, luglio 12, 2006

Goodbye Syd, Shine On!


Ieri ho saputo della notizia della morte di Syd Barrett, fondatore dei Pink Floyd. Al di la delle cause della morte (pare legate al diabete, malattia della quale soffriva da un paio di anni), la figura di Roger Keith Barrett, detto semplicemente e misteriosamente Syd, è stata per molti anni oscurata dalle nubi del silenzio, dopo che la sua anima "geniale e fragile" aveva dato vita ad una serie di canzoni a volte indecifrabili nei testi e nelle musiche, ma sgorganti di una genialità assoluta, e per questo incompresa.
Putroppo questa genialità, insieme al frequente ed inopportuno ricorso alle droghe (soprattutto il devastante LSD) è stata la causa stessa della sua rovina, che lo ha portato a vivere quasi come un autistico dal 1968 ad oggi.
L'ultima uscita pubblica risale al 1975, durante le incisioni di 'Wish you were here' (album dedicato proprio a lui), negli studi di Abbey Road: calvo, ingrassato, e con le sopracciglia rasate, Syd venne riconosciuto a stento soltanto da colui che lo aveva sostituito nel gruppo, il chitarrista David Gilmour.
Come ho letto su un sito, credo non sia per niente esagerato affermare che con Syd Barret scompare un pezzo di storia della musica; il saluto che posso fare è quello di una canzone che è stata a lui dedicata: Shine on you, crazy diamond!

lunedì, luglio 10, 2006

Il Bar Bellaria (7): Truco!



Parlando di bar, sarebbe imperdonabile trascurare l’argomento carte da gioco, anche se al Bellaria esse hanno assunto col tempo la durezza di un monolito grezzo. Ad ogni modo non mancano partite di ogni genere: scopa, briscola, poker (anche se ormai in disuso con l’avvento degli infernali video poker) ma soprattutto il truco, un gioco di origini argentine importato dai tanti emigranti partiti dalla Lomellina verso il sudamerica, soprattutto negli anni ’30. Non ci sono parole per descrivere cosa rappresenta questo gioco per un lomellino: è il suo dna ludico, un fiero segno di appartenenza ad un paese ben preciso. Perché se il truco argentino ha delle regole ben definite, per complicare le cose in ogni paese della lomellina si adottano regole diverse, rendendo impossibile l’adozione di una tattica universale. Il truco rappresenta anche l’anello di congiunzione tra le varie generazioni: esso è praticamente l’unico gioco di carte col quale i vecchi accettano di misurarsi coi fiulin (i più giovani). Per giocare è necessario conoscere cinque o sei vocaboli spagnoli, ma i più esibizionisti fingono di parlare spagnolo per tutta la durata dell’incontro, col rischio di venire clamorosamente fraintesi. Può succedere che qualcuno cercando un posto all’ombra dica di avere assolutamente bisogno di un “hombre loco”, trovandosi poi alle prese con un omosessuale che non ha ottenuto nemmeno la licenza media. Preziosismi a parte, attraverso il truco si scatenano gli istinti animali più repressi, urlando a squarciagola per intimorire gli avversari e salendo sulle sedie per dimostrare all’intero bar di avere il punteggio più alto. A causa del linguaggio e dei comportamenti legati al gioco, gli astanti non lomellini e/o digiuni di truco si guardano intorno stupiti, aspettandosi da un momento all’altro di vedere Gerry Scotti che dice: «Sorridi, sei su candid camera!».

P.S. avete notato che foto poetica? Riflessi del sole + stella di Natale sul tendone di ingresso!

mercoledì, luglio 05, 2006

Il Bar Bellaria (6): Il juke box

E poi naturalmente ci sono i juke box. Si inserisce una moneta nell’apposita fessura, si sceglie una canzone e si aspetta che il brano venga caricato. Se questo non avviene, in genere è necessario dare qualche colpo al juke box; i colpi assestati possono però avere conseguenze imprevedibili: si va dal caricamento della canzone sbagliata (quasi sempre di un cantante sconosciuto e pedante, per il quale l’avventore viene pesantemente insultato), alla raccolta dell’intero parco monete presente nel juke box (ma se il sig. Carlo se ne accorge vi chiude nell’armadietto delle scope a fare il juke box umano) fino alla contusione del quinto metacarpo della mano destra. Il più bel juke box mai entrato al bar possiede, al posto delle tradizionali targhette dei titoli dei brani, le reali copertine dei CD, consentendo inoltre di ascoltare l’intero album. Potenza della tecnologia. La cosa divertente sta nel far girare in continuazione i supporti sui quali sono fissate le copertine, un po’ per cercare immagini soft core, e un po’ per sfruttare l’effetto ventilazione nei pomeriggi d’estate. Purtroppo il giocattolo si è rotto a causa di Sanremo (nome di battesimo: Enzo), un ragazzo che canta in continuazione tutto lo scibile musicale, sacro o profano che sia. Il sig. Carlo teme molto questo personaggio: consuma e non paga, fuma tantissimo a scrocco e ha la capacità di distruggere qualsiasi cosa gli capiti sotto tiro. Il sig. Carlo è quindi prevenuto nei suoi confronti, e quando succede qualcosa, il primo a cui dare la colpa finisce per essere sempre Enzo-Sanremo.
«Carlo! Si è rotto il coso che fa girare le copertine del juke box!»
«Sarà stato quel deficiente di Enzo (anzi, per dirla come si pronuncia: sarà sctat quel defcent di Enz
«Bisogna metterlo a posto»
«Fallo girare a mano!» (seguono una serie di improperi improponibili ed incomprensibili)
E così il gioco andava avanti pure su altre cose:
«Carlo! Non funziona più il flipper»
« sarà sctat quel defcent di Enz »
« Carlo! C’è una macchia per terra che sembra blob il fluido che uccide!»
« sarà sctat quel defcent di Enz »
«Carlo! Hai sentito che Enzo ieri sera le ha prese?»
« sarà sctat quel defcent di Enz »
«Ma se le ha prese!! Non può essere stato lui a darsele da solo!!»
«Lo dici te! Quell è tropp defcent!»

lunedì, luglio 03, 2006

Il Bar Bellaria (5): Il biliardo

Oltre alla TV, l’oggetto caratteristico del bar è sicuramente il biliardo.
Il biliardo al bar Bellaria è stata un’istituzione per diverso tempo e solo verso gli ultimi anni di gestione è stato soppiantato nell’ordine dal typhoon (una specie di lippa su una superficie lucida, sulla quale scorre un piattello che in alcuni casi può decollare fino ad essere scambiato per un UFO), dal tavolo da ping pong (memorabili le cacce al tesoro nella cantina del bar per cercare la pallina che si infila nella porta puntualmente aperta; quando si infratta in pertugi particolarmente polverosi, una volta recuperata essa assume le dimensioni ed il colore di una palla da tennis) ed infine dal niente, perché il sig. Carlo dice che tanto poi rompiamo tutto.
Io del biliardo ricordo le partite a carambola e quelle più classiche a 5 birilli. Per i più giovani come noi la carambola è il gioco preferito, un po’ perché affascinati dal colore delle palline, un po’ perché in effetti la percentuale di culo risulta più determinante che in altri giochi. Gli spettatori ai lati del tavolo sono muniti di casco e scarpe antinfortunistiche per evitare spiacevoli impatti delle palle su varie parti del corpo. Per astanti di sesso maschile è consigliabile una protezione pelvica per prevenire anche gli effetti delle stecche manovrate impropriamente dai giocatori. Col passare del tempo e a causa di polvere, grasso, cenere di sigaretta e sbalzi di temperatura, il tavolo da biliardo assume l’aspetto di un percorso di guerra con la formazione di buche anche sul tappeto, e può essere utilizzato come campo di mini golf.